giovedì 15 settembre 2011

Come prevenire l'infarto: I fattori di rischio

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considerano come principali fattori di rischio cardiocerebrovascolare l’età, il sesso, il colesterolo totale, la pressione sanguigna massima e l’abitudine al fumo. La stessa analisi è stata poi svolta  effettuati in Italia ,che considerano 8 fattori di rischio: età, sesso, abitudine al fumo, diabete, colesterolemia totale, livello di Hdl (il cosiddetto colesterolo buono”), pressione sistolica e cura antipertensiva.

Dall’indagine è emerso che:
circa metà degli italiani è in sovrappeso (51% uomini e 35,% donne) e il 20% è addirittura obeso;
più del 10% degli individui soffre di iperglicemia e una percentuale leggermente inferiore di diabete, diagnosticato per la prima volta nel 5,3% dei casi;
un terzo del campione soffre di ipercolesterolemia. Circa il 26% ha scoperto di avere i valori alti durante lo screening stesso; il 42,% degli intervistati al momento delle analisi era iperteso.
In pratica, circa la metà degli italiani risulta avere un rischio medio-alto di sviluppare malattie cardiocircolatorie.
Il dato più significativo e preoccupante emerso da questo studio è che molti non sanno di avere le malattie di cui soffrono. Per questo, risulta fondamentale la sensibilizzazione e una corretta informazione, che indirizzi verso un percorso di prevenzione e, per chi è già malato, di cura.

Alcuni dei principali fattori di rischio non sono modificabili (sesso, età e fattori genetici ereditari). Le donne fino alla menopausa (intorno ai 50 anni) hanno un minor rischio cardiocerebrovascolare rispetto all’uomo perché sono protette dagli ormoni; dopo questa età, il rischio si equipara. Inoltre, ci sono maggiori probabilità di ammalarsi se in famiglia esistono casi di eventi cardiovascolari precoci, cioè a meno di 55 anni per gli uomini e a meno di 65 anni per le donne.
Molto si può fare per la prevenzione, però, intervenendo sulle situazioni di pericolo di cui siamo direttamente responsabili.

Il diabete
Esistono 2 forme di diabete: il tipo 1 interessa soprattutto bambini e adolescenti ed è causato dall’incapacità del pancreas di secernere insulina (un ormone chiave per il controllo della glicemia), a causa di un “errore del sistema di difesa” dell’organismo.
Il tipo 2, invece, compare soprattutto in età adulta, in persone obese e/o in sovrappeso. E causato dalla resistenza all’insulina e si deve in buona parte a uno stile di vita errato.
Il diabete è causa di invecchiamento precoce delle arterie e può concorrere a generare altri fattori di rischio cardiocircolatorio, come alterazioni di colesterolo e trigliceridi, obesità e ipertensione.
CHE COSA FARE:
Se per prevenire il diabete di tipo 1 si può fare poco, per ridurre il rischio di diabete di tipo 2, invece, ci sono diverse soluzioni. In particolare:
seguire una dieta equilibrata, ricca di carboidrati e fibre (che riducono la velocità di assorbimento degli zuccheri) e povera di grassi saturi (contenuti in burro, insaccati, cibi fritti); fare attività fisica aerobica (come corsa leggera, nuoto, sci e tennis), che aumenta il metabolismo e fa utilizzare zuccheri e grassi a livello periferico, così che non ristagnino nel sangue. Inoltre, con il movimento c’è un miglior utilizzo dello zucchero da parte dei muscoli (di conseguenza, la glicemia diminuisce).

L’iperierisione:
Si parla di ipertensione quando la pressione sanguigna (la spinta esercitata sulle pareti dei vasi) supera i valori normali (120  la massima, 80  la minima) e arriva, cioè, a 140/90.
Quando non è tenuta sotto controllo, l’ipertensione è un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari. Quanto più è alta la pressione del sangue, infatti, tanto più la parete del vaso si deteriora, perdendo elasticità e accumulando colesterolo negli strati più interni, che si ispessiscono fino a ostruire il lume (apertura).
Inoltre, la pressione alta obbliga il cuore a un “superlavoro”, favorendo, così, la comparsa dello scompenso cardiaco (condizione che si verifica quando il cuore perde la sua normale capacità di pompare sangue e quindi lavora con minor efficienza).

CHE COSA FARE
Per ridurre il rischio di ipertensione è utile: privilegiare una dieta ricca di frutta e verdura e povera di grassi, sale e zuccheri (che innalzano la pressione);
moderare il consumo di alcolici, che in piccole dosi, invece, hanno un effetto protettivo perché dilatano i vasi; cercare di camminare almeno 30 minuti al giorno 3 volte alla settimana (il movimento protegge i vasi sanguigni);evitare il fumo perché contiene sostanze eccitanti, che aumentano sensibilmente la pressione; mantenere sotto controllo il peso corporeo.

 

 

 

 

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