mercoledì 5 giugno 2013

Gotta: dieta ed alimentazione

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La gotta è una malattia data dall’accumulo di acidi urici depositati a livello delle articolazioni e dei tessuti vicini, questi depositi vengono chiamati tofi. Anche se non tutte le persone con elevati livelli di acidi urici nel sangue sviluppano la gotta, l’eventuale presenza di questi accumuli può danneggiare le articolazioni e causare dolore, il principale obiettivo quindi è quello di limitare l’iperuricemia, ovvero la sovrabbondanza di acidi urici nel sangue.

Le cause di questa malattia sono sia genetiche che ambientali (malattie metaboliche, disfunzioni renali, alimentazione, alcol, farmaci…), l’alimentazione gioca un ruolo importante sia nella prevenzione che nel trattamento, ad esempio l’abuso di alcol o una dieta troppo ricca portano spesso all’innalzamento degli acidi urici. Paradossalmente, anche una dieta troppo restrittiva porta ad un innalzamento degli acidi urici: questi derivano dal metabolismo di particolari molecole, chiamate purine, quindi

se la dieta è troppo ricca il risultato è che c’è sovrabbondanza di queste molecole dalle fonti alimentari,se invece è troppo scarsa le purine derivano dal catabolismo dell’organismo.

L’iperuricemia può rimanere asintomatica a lungo, ma nel momento in cui cominciano a comparire i primi dolori articolari sono generalmente a carattere acuto (durano pochi giorni e scompaiono da soli). Può esserci un periodo asintomatico dopo la prima crisi dolorosa, che nel tempo può ripresentarsi ad intermittenza.

Il periodo necessario per sviluppare accumuli sottocutanei è piuttosto lungo, anche cinque o dieci anni, i tofi possono svilupparsi nelle parti cartilaginee, nei tendini, nei tessuti molli e nel rene causando insufficienza renale cronica.

Come detto precedentemente, il primo obiettivo della terapia è quello di abbassare i livelli di acidi urici nel sangue, questo potrebbe portare anche alla diminuzione o addirittura alla scomparsa dei tofi che causano il dolore. Il medico può prescrivere vari tipi di farmaco, sia analgesici per il trattamento del dolore, sia con l’obiettivo della diminuzione dell’uricemia, ma nello stesso momento la dieta deve essere regolata di conseguenza alle esigenze del paziente.

In caso di sovrappeso od obesità, la dieta dovrà essere moderatamente ipocalorica per raggiungere gradualmente il peso desiderabile, ma come detto precedentemente non deve essere troppo drastica per evitare di causare un ulteriore aumento dei livelli di acidi urici nel sangue. I consigli generali, oltre queste prime indicazioni, sono

Evitare il digiuno prolungato.

Evitare una dieta troppo ricca in grassi e proteine e di conseguenza evitare o diminuire il consumo di alimenti ricchi di purine (acciughe, cervello, fegato, reni, gamberi, sarde, …)

Limitare il consumo di alcol.

Bere molta acqua per evitare il formarsi di calcoli renali.

Gli alimenti sconsigliati sono:

brodo di carne grassa o estratti di carne,

visceri e carni grasse,

hamburger,

würstel,

oca,

anatra,

frutti di mare e uova di pesce,

insaccati grassi,

formaggi stagionati grassi,

strutto,

lardo,

alcol.

Fondamentalmente la frequenza di assunzione degli alimenti è rapportata al contenuto di alcol, grassi e purine, quindi via libera a:

alimenti vegetali (compresi i cereali come la pasta e il pane),

pesce magro,

pollo,

tacchino,

latte scremato,

olio extravergine d’oliva,

caffè,

tè e tisane.

Sono da limitare, invece, gli alimenti che sono una via di mezzo tra questi, come

la maionese,

gli asparagi, i piselli, il pomodoro, gli spinaci (questi vegetali sono da limitare per la sospetta relazione con la possibilità di sviluppare calcoli renali, ma una buona assunzione di acqua permette il loro consumo),

carni di maiale o di bovino (solo le parti magre),

latte intero,

frutta secca,

zuccheri semplici.

Un altro importante accorgimento è quello di non utilizzare troppi grassi durante la cottura, preferendo metodi tipo

la cottura al vapore,

la bollitura,

la piastra,

il cartoccio,

il soffritto.

Se si desidera eseguire una frittura bisogna assicurarsi che la temperatura dell’olio sia sufficientemente elevata per non essere assorbito dall’alimento. Ovviamente, i fritti sono da evitare in caso di remissione di un attacco acuto. Per insaporire gli alimenti è possibile usare

aglio,

cipolla,

spezie varie,

aceto,

limone.

Fonte:farmacoecura.it

 

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